Da sempre l’Amianto è materia fondamentale di discussione nel campo della sicurezza sul lavoro. Oggi, rispetto al passato, si fa molta più attenzione, ma ancora molto si deve fare. In questo articolo vi proponiamo alcuni spunti di riflessione.
Lo sapevate che l’amianto è stato utilizzato:
- dai Romani per le cremazioni e per i rituali religiosi;
- confezionato in tovaglie “prodigiose”, come narrato da Marco Polo ne “Il Milione”,
- come coperta da parte di Carlo Magno, per impressionare i nemici;
- come rinforzante delle stoviglie fino al III millennio a.C.;
- in medicina, fino a pochissimi anni fa, per la cura delle malattie infiammatorie, come polvere contro la sudorazione del piede, nelle otturazioni dentarie e come pomata per le gambe.
L’uso di questo materiale dunque avviene da millenni, Primo Levi, chimico torinese ebreo, non riuscendo a trovare lavoro dopo le leggi razziali, lavorò vicino a Torino in una cava di amianto. Levi racconta nel libro “Il sistema periodico” di come alcuni medici già nei primi anni del Novecento si fossero resi conto che l’amianto desse effetti nocivi alla salute umana. Gli studi e le evidenze dei vari casi clinici di persone con depositi nelle vie respiratorie di quei terribili e minutissimi aghetti, sono stati occultati per lasciare spazio allo sviluppo economico e alla moltiplicazione di fabbriche per la produzione di Eternit, Fibronit o Materit.
Questo utilizzo smodato ha fatto sì che attualmente ci sono milioni di tonnellate di amianto ovunque, nell’aria, all’interno degli edifici, nelle navi, nelle scuole, negli isolanti termici e acustici. Il crollo delle Torri Gemelle a New York ha provocato un innalzamento della concentrazione di polveri di questo materiale nell’aria.
Nonostante sia ormai noto che di amianto si muore; nonostante ci siano indagini e condanne penali in corso, ne sono un esempio i proprietari della Eternit di Casale Monferrato, ancora vengono prodotti circa 2 milioni di tonnellate di amianto ogni anno nel mondo, divise tra Russia, Kazakistan, Cina, Brasile e Canada.
La legge n. 257 del 12 marzo 1992 mette al bando l’amianto in Italia, secondo un programma di dismissione biennale, per cui dalla data del 28 aprile 1994 è vietata l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione e la produzione d’amianto e di tutti i prodotti contenenti amianto (art. 1).
Lo smaltimento di questo materiale va fatto con particolari procedure che ne evitino il disgregamento, per ovviare dunque ad ulteriori dispersioni di fibre nell’aria. Per questo motivo occorre affidarsi a personale altamente specializzato, che comporta però un costo da sostenere da parte di chi deve liberarsene. Per questo motivo molti decidono di disfarsene illegalmente lasciandone cumuli abbandonati per le strade, peggiorando solo la situazione, sarebbe quasi meglio lasciare tutto dov’è!
Per risparmiare alcune persone pensano di incapsulare le lastre con materiali di rivestimento o vernici che confinano e impediscono alle fibre di disgregarsi, ma questo non risolve il problema, lo sposta solo più avanti nel tempo.
A partire da gennaio 2014, sarà possibile detrarre dalla propria dichiarazione dei redditi gli interventi volti alla bonifica di amianto, con il decreto legge 63/2013 che comprende anche l’ecobonus per gli adeguamenti sismici degli edifici delle zone sismiche 1 e 2 e la possibilità di bonificare gli impianti idrici e le cisterne colpite da inquinamento da arsenico.
L’auspicio è che cavalcando l’onda degli sgravi fiscali sia possibile se non abbattere, quanto meno ridurre il più possibile l’esposizione a questo pericoloso inquinante.