La sicurezza del luogo di lavoro riferita all’igiene degli impianti deputati al trattamento dell’aria (impianti aeraulici o di climatizzazione) per il benessere delle persone occupanti, resta una delle problematiche più trascurate e poco approfondite, non solo dal nostro legislatore, ma anche dalla stessa letteratura. La ricerca in oggetto propone un nuovo strumento d’indagine, definito ‘‘Monitoraggio Ambientale” in grado di dimensionare il livello di rischio potenziale dell’impianto e di evidenziarne da un lato la relativa priorità d’intervento, e dall’altro di indicare le modalità d’intervento. Si tratta di uno strumento di valutazione innovativo ma perfettibile, soprattutto sulla base della sperimentazione sul campo.

Rispetto ad altre tematiche rientranti nell’ambito della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, quella relativa all’igiene degli impianti deputati al trattamento dell’aria per il benessere delle persone rientra tra le più trascurate e poco approfondite. Lo dimostra il fatto che la legislazione italiana si sofferma con poche righe sugli impianti aeraulici , carenza che da anni viene coperta da innumerevoli linee guida, norme tecniche, decreti regionali e ordinanze comunali.
Anche l’ultimo Accordo Stato Regioni del 7 febbraio 2013 non prevede limiti o valori guida vincolanti. Esaminando gli artt. 17, comma 1, lett. a) e 64,comma 1, lett. c) e d) del D.Lgs. n. 81/2008 es.m.i., si può comprendere che la pulizia e l’igiene degli impianti aeraulici devono essere presi in considerazione nell’ottica di una completa valutazione di tutti i rischi presenti nei luoghi di lavoro e che la manutenzione degli impianti deve essere garantita al fine di non pregiudicare la salute dei lavoratori.
Le norme tecniche e le linee guida considerano necessaria l’adozione di un piano di manutenzione preventiva allo scopo di minimizzare la contaminazione dell’impianto e delle zone da questo servite. In tale piano deve essere prevista una periodicità fissa per la sostituzione dei filtri e per la pulizia di alcune componenti sensibili e controlli visivi o tecnici sulle varie componenti dell’impianto, seguiti da interventi di pulizia e manutenzione. La messa in atto di tutti questi interventi acquisisce maggiore importanza in contesti indoor più delicati dal punto di vista igienico, come case di cura e ospedali, ospizi e asili per l’infanzia.

Una migliore qualità dell’aria presenta un impatto positivo sulla salute, stando a quanto elaborato dal Center for Building Performance and Diagnostics della Carnegie Mellon University di Pittsburgh in Pennsylvania, sulla base di 17 studi separati nelle scuole e università americane: grazie alla più attenta gestione della termoventilazione negli ‘‘edifici verdi’’, problematiche sanitarie come asma, influenza, sindrome da edificio malato (SBS), problemi respiratori ed emicrania hanno riportato una riduzione nella prevalenza dei sintomi tra il 13,5% e l’87%, con un miglioramento medio del 41%.

Per quale motivo è necessario che gli impianti di trattamento aria siano sottoposti a manutenzione e pulizia?
Si parte da un semplice dato di fatto: respirare aria pulita è uno dei requisiti necessari al nostro benessere. Nel testo della norma UNI 10339 la ‘‘qualità dell’aria’’ viene definita come la «caratteristica dell’aria trattata che corrisponde ai requisiti di purezza. Essa non contiene contaminanti noti in concentrazioni tali da arrecare danno alla salute e causare condizioni di malessere per gli occupanti. I contaminanti, contenuti sia nell’aria di rinnovo sia in quella ricircolata, sono gas, vapori, microrganismi, fumo e altre sostanze particolate». L’aria è quindi classificabile secondo i diversi ‘‘livelli di qualità’’ in base alla quantità di sostanze inquinanti presenti al suo interno.

Attraverso il “Monitoraggio Ambientale” noi della FIROTEK siamo in grado di fornire un servizio completo per la valutazione del rischio degli impianti aeraulici.

Il termine Sick Building Syndrome (S.B.S.) o “sindrome dell’edificio malato” indica uno stato di disagio avvertito dagli occupanti dell’edificio stesso. Gli effetti possono essere anche localizzati solo in alcune aree dello stabile e possono scomparire dal soggetto non appena si allontana dall’ambiente malsano.

Si presenta con sintomi quali il  mal di testa, bruciore agli occhi, secchezza delle mucose nasali, irritazione della gola, tosse secca, pelle secca e prurito, vertigini e nausea, difficoltà di concentrazione, affaticamento, e sensibilità agli odori.

Il termine  “Building Related Illness” (BRI) o “malattia correlata all’edificio” viene utilizzato quando i sintomi della malattia diagnosticabile sono identificabili e possono essere attribuiti direttamente ai contaminanti quali batteri, miceti e virus presenti nell’aria e derivanti da polveri e contaminanti chimici. Tali patologie, assai più gravi della precedente, richiedono un recupero più prolungato nonostante l’allontanamento dall’edificio e la necessità di rimuovere l’agente contaminante al fine di ottenere la guarigione del paziente.

Quando entrate al lavoro avvertite qualcuno di questi sintomi? Forse siete soggetti proprio ad una di queste due patologie correlate agli edifici.

Un rapporto del Comitato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 1984 ha evidenziato che fino al 30% degli edifici, sia nuovi che ristrutturati in tutto il mondo, può essere oggetto di problematiche legate alla qualità dell’aria interna, definita “Indoor Air Quality” (IAQ). Spesso questi problemi si presentano quando un edificio viene destinato ad un uso diverso da quello per cui era stato progettato oppure gli impianti non sono adeguatamente sottoposti a manutenzione.

Questi sintomi possono aggravare quadri clinici già compromessi nell’individuo.

Il modo migliore per prevenire tali patologie è proprio quello di effettuare periodiche analisi di controllo e bonifiche approfondite degli impianti aeraulici nel loro complesso (U.T.A. canalizzazioni, fan-coil, condizionatori split).

Peter tornò più stanco del solito dal giro di ricognizione. Questa volta si era spinto ben al di là delle zone che abitualmente frequentava. Era tipico della sua specie cercare nuove zone da conquistare.

Lui e la sua gente occupavano da anni una zona tutto sommato tranquilla: una porzione di canale proprio a ridosso della bocchetta. I vecchi del villaggio narravano che i loro antenati, fin dalla notte dei tempi, avevano abitato lì ed in effetti, sulle pareti del canale, era possibile osservare antiche incisioni a testimonianza di quelle arcaiche origini.

Tutte le mattine, Peter saliva a bordo di un granello di polvere e compiva giri di perlustrazione. Non aveva mai ben compreso la natura di quegli strani esseri viventi, i “giganti” come li chiamavano tutti. Stavano lì a fare sempre le stesse cose e lui, quando capitava, passando di naso in naso e di occhio in occhio, provocava un’influenza, una polmonite, un po’ di secchezza alle mucose, prurito. Comunque mai niente di serio. Lui apparteneva ad una specie poco aggressiva, non era cattivo come le muffe, loro acerrimi nemici che abitavano in zone umide dell’impianto e con cui spesso entravano in conflitto.

Quel giorno però, Peter, captò qualcosa di strano: un certo fremito nell’aria. I “giganti” si comportavano in maniera strana. Sembravano distratti da qualcosa. E poi, c’erano dei giganti diversi da quelli degli altri giorni: erano vestiti con abiti mai visti. Anche l’aria, quella mattina, era diversa. Non c’era quella brezza che ogni giorno scompigliava i suoi pili e i suoi flagelli.

Quella mattina successe qualcosa di catastrofico per Peter e la sua gente.

Dapprima un potentissimo ciclone cominciò a distruggere tutto. Le case vennero completamente divelte. Gli occhi di Peter videro cose atroci; la sua gente veniva inghiottita dal vortice e con loro tutto il suo villaggio. Era impressionante, ovunque c’era morte e distruzione.

Peter a stento riuscì a salvarsi. Scese dal granello di polvere che cavalcava e si nascose sotto un tappeto di materiale coibente, una laniccia che per un po’ lo tenne al riparo. Sentiva urla strazianti provenire da tutte le parti.

Improvvisamente vide un robot enorme. Delle appendici, uscite non si sa da dove, cominciarono e graffiare le pareti del canale e ad asportare le antiche incisioni che testimoniavano un antico e glorioso passato. Tutto ciò in cui Peter credeva stava per essere distrutto, mattone dopo mattone, atomo dopo atomo.

Tutto inaspettatamente cessò. Peter aveva paura. Non aveva mai assistito ad una tragedia simile. Era stato testimone dell’apocalisse. Si fece coraggio ed uscì dal pertugio che miracolosamente lo aveva protetto dall’inferno. Ciò che vide fu solo distruzione. Era rimasto solo. Non scorgeva nessuna costruzione; prima, dal punto in cui si trovava poteva vedere la sua casa, ora non c’era più niente.

Cosa è successo? Provò a chiedersi decine di volte. Cosa ha provocato tale distruzione? E mentre camminava per il canale in cerca di superstiti, il suo naso captò delle anomalie nell’aria, anomalie  molto pericolose: antibatterici! Qualcosa stava diffondendo nell’aria degli antibatterici! Mio Dio! Pensò Peter, mio Dio! E’ la fine. E mentre scappava per cercare riparo in qualche punto, pian piano si addormentò. La sua mente stava ripercorrendo tutta la sua vita, quando esalò l’ultimo respiro.

FIROTEK PASSO’ DI LI.

 

Nei giorni scorsi sono state siglate le nuove Linee Guida Accordo Stato Regioni 2013, che regolamentano le procedure operative per la valutazione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria.

Un edificio con un impianto aeraulico sporco può essere definito “malato” e può provocare la comparsa di sintomatologie come mal di testa, astenia, bruciore agli occhi o irritazioni a carico delle vie respiratorie degli individui che vi alloggiano per tempi più o meno prolungati, che scompaiono allontanandosi dallo stesso (Sick Building Syndrome), oppure in casi più gravi può condurre a patologie come legionellosi, asma bronchiale o alveolite allergica (Building Related Illness).

Nell’articolo 64 del D. Lgs. 81/08 è fatto obbligo al datore di lavoro di provvedere alla regolare manutenzione e pulizia degli impianti suddetti, nel nuovo Accordo Stato Regioni vengono fornite indicazioni chiare e pratiche ai datori di lavoro e ai responsabili della sicurezza per eseguire una corretta valutazione dei rischi e riuscendo nel contempo a programmare gli interventi di manutenzione sugli impianti aeraulici, mediante l’utilizzo di un registro degli interventi effettuati sugli impianti nel tempo, unito ai rapporti di lavoro delle ispezioni visive e tecniche effettuate, come già previsto dalle precedenti Linee Guida del 2006 ma poco applicato sinora.

Firotek è pioniera in materia di sicurezza, perché da oltre 20 anni si adopera promuovendo monitoraggi ambientali che comprendono ispezioni visive, tecniche e campionamenti microbiologici dell’aria in uscita dalle bocchette e di superficie all’interno delle UTA e dei canali aeraulici (Sanificazione canali aria). Oltre al rispetto delle Linee Guida del 2006, Firotek presta particolare attenzione alle Linee Guida AICARR 2005 per la manutenzione degli impianti di climatizzazione, unendo il miglioramento delle prestazioni al risparmio energetico che gli impianti ottengono quando bonificati. Oggetto di indagine e intervento sulle UTA sono tutte le componenti interne per valutarne la presenza di possibili cause di proliferazione di muffe e batteri. All’interno delle canalizzazioni vengono eseguite analisi quantitative del particolato sedimentato e si verifica l’eventuale presenza di coibentazioni interne sgretolata che può andare in circolo negli ambienti. Vengono svolte per completezza indagini microclimatiche, Temperatura, Umidità Relativa e Velocità dell’Aria, all’interno degli ambienti in modo da raccogliere il maggior numero di dati possibile e mostrare un quadro completo della situazione, per poi fornire al cliente anche la soluzione operativa qualora si evidenziasse la necessità di intervenire concretamente per assicurare un livello igienico sanitario adeguato all’impianto aeraulico.

Sempre nel rispetto delle normative, Firotek fa riferimento alle Linee Guida Trento e Bolzano per la prevenzione e controllo Legionellosi del 2000 (Scarica le linee guida), per cui ogni qualvolta durante i monitoraggi viene riscontrata la presenza di acqua nelle vasche di umidificazione o ovunque ci sia ristagno, vengono prelevati dei campioni per valutare la presenza/assenza di Legionella, un batterio naturalmente presente nelle acque naturali che può condurre alla morte nei casi più gravi. Firotek applica profilassi anti-Legionella a tutti gli impianti che hanno a che fare con le acque e che sviluppano vapore, attraverso il quale il batterio viene veicolato ai polmoni. Dunque sono oggetto di lavaggi chimici, defanganti, disincrostanti e di disinfezione i serbatoi di accumulo acqua, i boiler, le torri evaporative e gli impianti idrici degli stabili, interventi tutti finalizzati all’eliminazione di proliferazioni e al mantenimento delle condizioni igieniche raggiunte. Al termine delle indagini tutto il materiale raccolto, analitico, illustrativo e tecnico, viene consegnato ai datori di lavoro o ai responsabili della sicurezza ed insieme viene valutata una strategia da mettere in pratica per assicurare un ambiente di lavoro salubre e confortevole.

 

Accordo stato regioni
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Bibliografia:

Decreto Legislativo n. 81 del 2008 e successive modifiche integrative;
Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione 2006;
Linee guida AICARR sulla manutenzione degli impianti aeraulici 2005;
Linee guida Legionella Trento Bolzano 2000.