La sicurezza del luogo di lavoro riferita all’igiene degli impianti deputati al trattamento dell’aria (impianti aeraulici o di climatizzazione) per il benessere delle persone occupanti, resta una delle problematiche più trascurate e poco approfondite, non solo dal nostro legislatore, ma anche dalla stessa letteratura. La ricerca in oggetto propone un nuovo strumento d’indagine, definito ‘‘Monitoraggio Ambientale” in grado di dimensionare il livello di rischio potenziale dell’impianto e di evidenziarne da un lato la relativa priorità d’intervento, e dall’altro di indicare le modalità d’intervento. Si tratta di uno strumento di valutazione innovativo ma perfettibile, soprattutto sulla base della sperimentazione sul campo.

Rispetto ad altre tematiche rientranti nell’ambito della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, quella relativa all’igiene degli impianti deputati al trattamento dell’aria per il benessere delle persone rientra tra le più trascurate e poco approfondite. Lo dimostra il fatto che la legislazione italiana si sofferma con poche righe sugli impianti aeraulici , carenza che da anni viene coperta da innumerevoli linee guida, norme tecniche, decreti regionali e ordinanze comunali.
Anche l’ultimo Accordo Stato Regioni del 7 febbraio 2013 non prevede limiti o valori guida vincolanti. Esaminando gli artt. 17, comma 1, lett. a) e 64,comma 1, lett. c) e d) del D.Lgs. n. 81/2008 es.m.i., si può comprendere che la pulizia e l’igiene degli impianti aeraulici devono essere presi in considerazione nell’ottica di una completa valutazione di tutti i rischi presenti nei luoghi di lavoro e che la manutenzione degli impianti deve essere garantita al fine di non pregiudicare la salute dei lavoratori.
Le norme tecniche e le linee guida considerano necessaria l’adozione di un piano di manutenzione preventiva allo scopo di minimizzare la contaminazione dell’impianto e delle zone da questo servite. In tale piano deve essere prevista una periodicità fissa per la sostituzione dei filtri e per la pulizia di alcune componenti sensibili e controlli visivi o tecnici sulle varie componenti dell’impianto, seguiti da interventi di pulizia e manutenzione. La messa in atto di tutti questi interventi acquisisce maggiore importanza in contesti indoor più delicati dal punto di vista igienico, come case di cura e ospedali, ospizi e asili per l’infanzia.

Una migliore qualità dell’aria presenta un impatto positivo sulla salute, stando a quanto elaborato dal Center for Building Performance and Diagnostics della Carnegie Mellon University di Pittsburgh in Pennsylvania, sulla base di 17 studi separati nelle scuole e università americane: grazie alla più attenta gestione della termoventilazione negli ‘‘edifici verdi’’, problematiche sanitarie come asma, influenza, sindrome da edificio malato (SBS), problemi respiratori ed emicrania hanno riportato una riduzione nella prevalenza dei sintomi tra il 13,5% e l’87%, con un miglioramento medio del 41%.

Per quale motivo è necessario che gli impianti di trattamento aria siano sottoposti a manutenzione e pulizia?
Si parte da un semplice dato di fatto: respirare aria pulita è uno dei requisiti necessari al nostro benessere. Nel testo della norma UNI 10339 la ‘‘qualità dell’aria’’ viene definita come la «caratteristica dell’aria trattata che corrisponde ai requisiti di purezza. Essa non contiene contaminanti noti in concentrazioni tali da arrecare danno alla salute e causare condizioni di malessere per gli occupanti. I contaminanti, contenuti sia nell’aria di rinnovo sia in quella ricircolata, sono gas, vapori, microrganismi, fumo e altre sostanze particolate». L’aria è quindi classificabile secondo i diversi ‘‘livelli di qualità’’ in base alla quantità di sostanze inquinanti presenti al suo interno.

Attraverso il “Monitoraggio Ambientale” noi della FIROTEK siamo in grado di fornire un servizio completo per la valutazione del rischio degli impianti aeraulici.

Eccoci giunti alla fine dell’anno.
Vi offriamo gli articoli più interessanti del nostro blog tutti in una pagina!
Per leggere altri approfondimenti non perdetevi Il meglio del 2013!

La Legionella info e aggiornamenti
5 Notizie sull’amianto
Resoconto SolidAria 2014
Gestire lo stress personale
Sicurezza realizzabile – rischio Legionella
Valutazione del rischio impianti di climatizzazione

Stay tuned!

Team Firotek

17.12.2014 Il Natale si avvicina, e con esso le festività Natalizie.
Il nostro staff è impegnato in questi periodi di chiusura delle aziende per far fronte alle richieste dei nostri clienti, che approfitteranno della pausa per usufruire dei nostri interventi di bonifica degli impianti aeraulici e di profilassi anti-Legionella.

E’ stato un anno molto intenso per tutti noi, ricco di soddisfazioni e di momenti in cui abbiamo condiviso la Sicurezza sul Lavoro con tanti professionisti e aziende del settore.
Siamo lieti di offrire ai nostri clienti il Meglio del 2014 dal nostro blog tecnico, con tutti gli approfondimenti che hanno accompagnato quest’anno.

Vi ringraziamo per essere stati con noi e vi auguriamo buone feste in pieno stile Firotek! Scopri la canzone di Natale scelta quest’anno!

Buone feste! Stay tuned

Team Firotek

La società Firotek S.r.l. e la società Ferraioli S.r.l hanno siglato un accordo d’intesa per sancire l’inizio di una collaborazione professionale nella regione Marche.
L’accordo nasce dalla volontà delle due aziende di sensibilizzare e offrire sul territorio marchigiano servizi di elevata qualità nell’ambito della bonifica degli impianti aeraulici e della profilassi anti-Legionella.
Ferraioli S.r.l. è un’azienda presente da oltre 30 anni nella regione, con tecnici qualificati ed elevatissimi standard professionali per quanto concerne l’installazione, la manutenzione e l’assistenza sugli impianti termoidraulici.
Grazie a quest’accordo la Ferraioli S.r.l. potrà unire la competenza e l’esperienza già acquisite, a quelle della Firotek S.r.l., società leader in Italia nella sanificazione degli impianti aeraulici e nel controllo del rischio Legionella.
Le due società, entusiaste di questa partnership, per sensibilizzare e informare gli addetti ai lavori e gli specialisti del settore, proporranno nei prossimi mesi seminari tecnici di approfondimento che si svolgeranno nella sede storica di Ferraioli in Via A. Pezzotti 9 – 60127 Ancona.
Una grande unione che porterà valore aggiunto e sensibilizzazione in materia Sicurezza sul Lavoro nella regione Marche.

Rischio Legionella:
Le armi per valutarlo e ridurlo.

Ecco l’articolo completo pubblicato nel mese di settembre su Ambiente e Sicurezza sul Lavoro, il mensile del settore edito da Epc Periodici.

 

Rischio Legionella - Focus tecnico
Ecco il documento in PDF

23.09.2014

Grande fermento nei nostri uffici per quello che si conferma come il mese della Sicurezza sul Lavoro! Saremo infatti impegnati dal 1 al 3 Ottobre con il nostro stand presso Expo Lavoro e Sicurezza e dal 22 al 24 Ottobre presso Ambiente Lavoro a Bologna Fiere.

Entrambi gli appuntamenti saranno un’ottima occasione per aggiornarsi in materia di sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro.

Firotek come sempre si farà promotrice dei servizi di bonifica degli impianti aeraulici e di profilassi anti-Legionella.
In particolare durante la fiera Ambiente Lavoro abbiamo organizzato un seminario di approfondimento tecnico per i nostri servizi.
Vuoi partecipare alla fiera? Iscriviti a questo link e riceverai il tuo invito omaggio!

Ottobre in Sicurezza con Firotek 😉

Stay Tuned

 

Per vedere l’album fotografico SolidAria 2014 clicca qui

Il 4 aprile 2014, presso lo stadio Stella Polare di Ostia Lido, con la partecipazione di numerose scuole e riscuotendo grande successo, la terza edizione di SolidAria, una partita di calcio organizzata dalla società Firotek, in favore di ANMIL che ha visto la Nazionale Italiana Attori sconfiggere per 3 a 2 la Firotek Football Team.

L’iniziativa è stata realizzata con l’obiettivo di promuovere la sicurezza sul lavoro coinvolgendo i bambini delle scuole elementari e medie del Comune di Roma per sensibilizzare i più giovani su un tema così importante quale quello della sicurezza sul lavoro partendo da uno sport a loro molto noto, il calcio, per il quale si sono resi disponibili noti e amati personaggi del mondo dello spettacolo per sottolineare la loro vicinanza al tema.

La squadra degli attori era composta da: Fabrizio Rocca, Giuseppe Zeno, Raffaello Balzo, Emanuele Propizio, Andres Gil, Andrea Montovoli, Pio Stellaccio, Riccardo Sardone, Nicola Canonico, Marcelo Fuentes, Gabriele De Pascali, Angelo Costabile, Valter Cordopatri e Nando Orsi (Mister). Un particolare ringraziamento va al Direttore Generale e al Direttore sportivo della Nazionale Italiana Attori Livio Lozzi e Fabrizio Crucianelli.

Alla manifestazione erano inoltre presenti: per la Firotek, l’Amministratore Delegato Roberto Fiocco, l’Operation manager Jessica Ritarossi, Barbara Fiocco Consigliere d’Amministrazione; per l’ANMIL il Presidente Regionale Massimo Di Tullio e Debora Spagnuolo Consigliera Nazionale.

Durante la partita sono stati raccolti 1.500 euro che saranno devoluti a favore di ANMIL Onlus, l’Associazione Nazionale tra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro che, con circa 400.000 associati in tutta Italia, da 70 anni tutela i diritti di coloro che sono rimasti vittime di infortuni sul lavoro, delle vedove e degli orfani dei caduti sul lavoro nonché di coloro che hanno contratto una malattia professionale.

Fonte Ufficio Stampa ANMIL ONLUS.

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Stress sul lavoro? Un metodo pratico per sentirsi meglio!

Già nel lontano 2004 l’Accordo Europeo sullo stress sul lavoro, (Bruxelles, 8 ottobre 2004), mostrava un chiaro segnale da parte delle figure legislative preposte, a prendere in considerazione i livelli emotivi e di gestione dello stress legato al lavoro.
Nei giorni nostri siamo bombardati da centinaia d’input multimediali e i vari smartphone, tablet, personal computer e altre diavolerie informatiche che dovrebbero semplificare il nostro modo di lavorare, ci costringono invece a un continuo alternarsi di notifiche, mail, chiamate e interazione con i social network.

Se da un lato la tecnologia ci ha permesso di essere più veloci e di connetterci più rapidamente alle informazioni, il sovraccarico delle stesse può essere una forte causa di stress.

Allo stesso tempo altri fattori possono determinare l’insorgere di situazioni emotive dannose per le persone, quali accumulo di lavoro, richieste urgenti, ripetitività della propria mansione e così via.

Come possiamo definire lo Stress?

Lo stress è la reazione avversa a eccessive pressioni o ad altro tipo di richieste; esiste, comunque, una profonda differenza tra il concetto di “pressione” (fattore talvolta positivo e motivante) e lo stress che insorge quando il peso di tale pressione diventa eccessivo.

Lo stress lavoro-correlato produce effetti negativi sull’azienda in termini d’impegno del lavoratore, prestazione e produttività del personale, incidenti causati da errore umano, turnover del personale e abbandono precoce, tassi di presenza, soddisfazione per il lavoro oltre a far scaturire potenziali implicazioni legali.

In questo articolo vogliamo proporvi un metodo pratico e risolutivo nella gestione dello stress personale, dovuto a molteplici impegni e progetti da portare a termine.

Il Guru della produttività David Allen, nel suo straordinario “Getting Things Done” (Detto Fatto! L’arte dell’efficienza edizioni Sperling & Kupfer), illustra un metodo facile e valido per imparare a gestire gli impegni personali.

Vi è mai capitato di avere tantissime cose da fare ma avere la sensazione di non riuscire a fare nulla o peggio di girare a vuoto tra le innumerevoli scartoffie da sbrigare?

Il concetto fondamentale del GTD di Allen è basato sulla necessità che ha una persona di sgombrare le cose da fare dalla propria mente e di registrarle e organizzarle da qualche parte. Il metodo consiste nel «liberare la mente dal lavoro di ricordare ogni cosa che deve essere fatta» e, quindi, concentrarsi pienamente sull’ «eseguire questi compiti».

Cosa fare dunque per liberare la mente?

Prendete un foglio bianco e svuotate la vostra testa scrivendo tutto, ma proprio tutto quello che dovete fare.

Solo dopo aver eseguito un Brain Storming completo di ciò che dovete fare (una lunghissima To-Do-List) passate in rassegna la lista per verificare se vi siete scordati qualcosa. Non lasciate indietro nulla, liberate completamente la testa, scrivendo su carta esattamente tutto ciò che vi ronza in testa.

Una volta liberata la mente dalle varie incombenze, siamo liberi di assegnare (sulla base del nostro istinto) una priorità ai progetti aperti.

Altro punto fondamentale è per ogni “cosa da fare” domandarsi “Qual è il prossimo passo?”.

Questa semplice domanda aiuta a focalizzarsi sulla prima azione da compiere per portare a termine il proprio lavoro.

Nel metodo Getting Things Done è inoltre importante fare in modo di verificare almeno una volta a settimana la propri To-Do-List, in modo da continuare a svuotare la testa dagli impegni.

Riassumendo ecco come liberarsi dallo stress dei troppi impegni sul lavoro:

– Svuotate la mente in un foglio bianco scrivendo tutto ciò che dovete fare

– Controllate la lista per vedere se vi salta in mente qualcos’altro

– Scegliete tra le cose da fare quello che è prioritario e domandatevi “Qual è il prossimo passo?”

– Verificate almeno una volta a settimana la vostra to-do-list aggiungendo/togliendo cose da fare.

Facile no?

 

P.s. Un altro metodo per gestire lo stress che ci suggerisce il nostro collega del settore tecnico, è quello di mangiarsi un bel piatto di spaghetti! Funzionerà? 🙂

 

Da sempre l’Amianto è materia fondamentale di discussione nel campo della sicurezza sul lavoro. Oggi, rispetto al passato, si fa molta più attenzione, ma ancora molto si deve fare. In questo articolo vi proponiamo alcuni spunti di riflessione.

Lo sapevate che l’amianto è stato utilizzato:

  1. dai Romani per le cremazioni e per i rituali religiosi;
  2. confezionato in tovaglie “prodigiose”, come narrato da Marco Polo ne “Il Milione”,
  3. come coperta da parte di Carlo Magno, per impressionare i nemici;
  4. come rinforzante delle stoviglie fino al III millennio a.C.;
  5. in medicina, fino a pochissimi anni fa, per la cura delle malattie infiammatorie, come polvere contro la sudorazione del piede, nelle otturazioni dentarie e come pomata per le gambe.

L’uso di questo materiale dunque avviene da millenni, Primo Levi, chimico torinese ebreo, non riuscendo a trovare lavoro dopo le leggi razziali, lavorò vicino a Torino in una cava di amianto. Levi racconta nel libro “Il sistema periodico” di come alcuni medici già nei primi anni del Novecento si fossero resi conto che l’amianto desse effetti nocivi alla salute umana. Gli studi e le evidenze dei vari casi clinici di persone con depositi nelle vie respiratorie di quei terribili e minutissimi aghetti, sono stati occultati per lasciare spazio allo sviluppo economico e alla moltiplicazione di fabbriche per la produzione di Eternit, Fibronit o Materit.

Questo utilizzo smodato ha fatto sì che attualmente ci sono milioni di tonnellate di amianto ovunque, nell’aria, all’interno degli edifici, nelle navi, nelle scuole, negli isolanti termici e acustici. Il crollo delle Torri Gemelle a New York ha provocato un innalzamento della concentrazione di polveri di questo materiale nell’aria.

Nonostante sia ormai noto che di amianto si muore; nonostante ci siano indagini e condanne penali in corso, ne sono un esempio i proprietari della Eternit di Casale Monferrato,  ancora vengono prodotti circa 2 milioni di tonnellate di amianto ogni anno nel mondo, divise tra Russia, Kazakistan, Cina, Brasile e Canada.

La legge n. 257 del 12 marzo 1992 mette al bando l’amianto in Italia, secondo un programma di dismissione biennale, per cui dalla data del 28 aprile 1994 è vietata l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione e la produzione d’amianto e di tutti i prodotti contenenti amianto (art. 1).

Lo smaltimento di questo materiale va fatto con particolari procedure che ne evitino il disgregamento, per ovviare dunque ad ulteriori dispersioni di fibre nell’aria. Per questo motivo occorre affidarsi a personale altamente specializzato, che comporta però un costo da sostenere da parte di chi deve liberarsene. Per questo motivo molti decidono di disfarsene illegalmente lasciandone cumuli abbandonati per le strade, peggiorando solo la situazione, sarebbe quasi meglio lasciare tutto dov’è!

Per risparmiare alcune persone pensano di incapsulare le lastre con materiali di rivestimento o vernici che confinano e impediscono alle fibre di disgregarsi, ma questo non risolve il problema, lo sposta solo più avanti nel tempo.

A partire da gennaio 2014, sarà possibile detrarre dalla propria dichiarazione dei redditi gli interventi volti alla bonifica di amianto, con il decreto legge 63/2013 che comprende anche l’ecobonus per gli adeguamenti sismici degli edifici delle zone sismiche 1 e 2 e la possibilità di bonificare gli impianti idrici e le cisterne colpite da inquinamento da arsenico.

L’auspicio è che cavalcando l’onda degli sgravi fiscali sia possibile se non abbattere, quanto meno ridurre il più possibile l’esposizione a questo pericoloso inquinante.

A fine novembre 2013 si è tenuto un importante corso di aggiornamento a Modena, al quale Firotek ha partecipato, riguardante la Legionella spp, le diverse tecniche innovative per identificarla, la gestione del rischio,  la prevenzione e le metodologie per eradicarla.

Numeroso e di grande spessore è stato il team di relatori e moderatori presenti, tra cui la Prof.ssa Paola Borella, ordinario di Igiene presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

Come è noto, la Legionella è un batterio pneumofilo, che agisce sui macrofagi cellulari, provocandone la lisione e la successiva infezione di altre cellule. Non si verificano contagi tra uomo e uomo e non ci sono sviluppi sui meccanismi di virulenza.

I batteri di Legionella crescono nel biofilm degli ambienti acquatici, interagendo con le amebe, i protozoi e i macrofagi presenti e fagocitano i batteri gram + e gram -.

Esistono numerosi tipi di Legionella, per cui deve essere eseguita una tipizzazione, ossia vengono suddivisi in ceppi: isolati isogenici e identici tra loro, ma diversi da altri isolati della stessa specie. Stabilire i ceppi è fondamentale per poter eseguire la finger print tra quello ambientale e quello clinico.

La temperatura gioca un ruolo fondamentale per la crescita e lo sviluppo del batterio, che ad una temperatura inferiore a 50°C ha una crescita ottimale e si può determinare la presenza con il metodo colturale, mentre a temperature superiori a 55°C non c’è crescita batterice e si deve determinare con il metodo molecolare.

Gli impianti che utilizzano l’acqua durante il loro funzionamento, costituiscono un punto critico per l’annidamento, lo sviluppo e la proliferazione della Legionella, in particolare le torri evaporative, le UTA e gli impianti idrici centralizzati, dotati di boiler: quest’ultimo è il vero punto critico dell’impianto, spesso sovradimensionato e in cui si può avere una stratificazione della temperatura, più alta nella parte superiore e minore in quella inferiore. Per evitare la stratificazione è bene installare le pompe shut che permettono un’omogeneizzazione  della temperatura all’interno. La presenza di rami morti, le tubazioni plastiche che si contaminano più facilmente di quelle di rame, l’assenza di un ricircolo funzionante nei servizi igienici e la vicinanza tra la rete dell’acqua fredda e quella dell’acqua calda, sono tutti possibili cause di proliferazione batterica. La temperatura di crescita ottimale per il batterio è compreso tra i 20 e i 45°C, tra i 50 e i 60°C sopravvive, a temperature superiori muore.

I possibili trattamenti di prevenzione sono:

  • Ipertermico continuo, ma è efficace solo se l’impianto è nuovo ed è progettato solo per questo trattamento;
  • Biossido di cloro, ma è altamente corrosivo e aumentando la temperatura, diminuisce l’efficacia; comporta la formazione di sottoprodotti clorati e cloriti;
  • Perossido di idrogeno combinato con l’Argento, ma il costo del prodotto è elevato ed ha problemi di tempi di contatto e penetrazione all’interno del biofilm; favorisce lo sviluppo di batteri ambientali (pseudomonas)
  • Monoclorammine, sembrano essere un metodo efficace, meno aggressivo per le tubazioni, ad eccezione di quelle di rame; non produce sottoprodotti clorati né cloriti.

Nel 2012 sono stati denunciati circa 1.300 casi di infezione da Legionella, in particolare le regioni maggiormente colpite sono state  la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna, la Toscana, il Lazio e la Campania. Le strutture maggiormente esposte sono gli alberghi, i nosocomi, le strutture sanitarie, le terme e le piscine.

Negli ambienti sanitari il Direttore Sanitario ha una grande responsabilità per la gestione del rischio clinico, in particolare in virtù del D. Lgs. 502/517 229/99, deve mettere in atto misure preventive, e eventualmente risolutive in caso di contaminazioni, per garantire la sicurezza dei pazienti e di tutto il personale presente all’interno della struttura.

I lavoratori maggiormente esposti sono  i manutentori delle torri evaporative, degli impianti di depurazione, i vivaisti, gli addetti alle vendite di vasche idromassaggio e il personale degli autolavaggi. Il D. Lgs. 81/08, il nuovo Accordo Stato Regioni del 7 febbraio 2013 e la UNI EN 83098 :2002, linee guida per la misurazione di microrganismi e endotossine aerodisperse, permettono ai responsabili della sicurezza di conoscere e attuare le procedure da attuare per garantire e tutelare la sicurezza del personale in genere.

Le possibili strategie di difesa comportano ovviamente dei costi da sostenere, che possono essere molto gravosi nel caso di installazione dei filtri terminali con sostituzione mensile (circa 95.000€/annui), o molto più sostenibili nei casi di iperclorazioni, trattamenti con monoclorammine, perossido di idrogeno o biossido di cloro (da 3.000 € a 8.000 €/annui).

Negli Stati Uniti d’America l’uso delle monocloroammine avviene già dal 2002, ed è regolato dagli standard dell’EPA, per cui l’acqua potabile può contenere al massimo 4mg/l di Cl2  (National Primary Drinking Water Regulation EPA, 2002), mentre l’Organizzazione Mondiale per la Salute (WHO) stabilisce uno standard per le monoclorammine usate come disinfettanti pari  a 3 mg/l. Per le di e tri-clorammine non ci sono ancora standard per carenza di informazioni sufficienti a stabilire una linea guida per la salute.

Le clorammine si formano per effetto della reazione fra cloro (Cl2)e ammoniaca (NH3), durante tale reazione si formano tre clorammine inorganiche: monoclorammine (NH2Cl), diclorammine (NHCl2) e triclorammine (NCl3). Frequentemente sono prodotte tramite l’aggiunta di ammoniaca ad acqua contenente cloro libero. Il valore ideale del pH di reazione è 8,4, ossia l’acqua è leggermente alcalina.

NH3 (aq) + HOCl ®NH2Cl + H2O

Le clorammine possono essere usate come candeggianti, disinfettanti ed ossidatori, sono in grado di uccidere i batteri penetrando la parete cellulare e bloccando il metabolismo. A pH superiore a 7 le monoclorammine sono la specie preponderante. Non sono adatte per la disinfezione dell’acqua delle torri di raffreddamento perché i suoi composti reagiscono lentamente con altri microrganismi patogeni.

E’ preferibile usarle rispetto al cloro perché si formano pochi composti organici (trialometani) e cancerogeni (acido acetico alogenico).

Presentano lo svantaggio di non scomparire quando l’acqua rimane ferma per alcuni giorni e devono essere eliminate dall’acqua, che avviene solo mediante l’utilizzo di filtri a carboni attivi, perché a causa del loro basso peso molecolare sono difficili da rimuovere per addolcimento, osmosi inversa, ebollizione o distillazione.

Inoltre quando in acqua sono presenti elevate quantità di materia organica, oltre i 3 ppm, si formano ammine organiche, che non hanno le stesse proprietà di quelle inorganiche.

Infine elevate concentrazioni di ammoniaca servono da nutrienti per la nitrificazione, dei batteri acquatici, che quindi possono aumentare il livello di nitrati nell’acqua, che si trasformano in nitriti nello stomaco, potendo infine formare le N-nitrosammine, cancerogene, reagendo con le proteine del pesce. Essendo i bambini più suscettibili ai nitriti, è sempre consigliabile alimentarli con acqua che abbia questi ioni inferiori ai 25 μg/l.

La presenza di ammoniaca può causare anche la corrosione del piombo (Pb) e del rame (Cu) presenti nelle tubazioni, per impedire che ciò avvenga, perché possono innalzare i livelli di Pb nelle acque ad uso umano, vengono aggiunti gli ortofosfati.

In Europa le linee guida non contengono standard per le clorammine, risulta ancora tra i metodi in corso di studi, saranno aggiunti solo quando la Direttiva  Europea per l’acqua potabile verrà modificata.

In particolare in Italia si fa ancora riferimento alle Linee Guida G. U.  103 del 5/5/2000, nel 2013 ne è stata fatta una revisione con degli aggiornamenti, che saranno pubblicati quest’anno, 2014.

Nell’attesa non abbassiamo la guardia su questa tematica e sui rischi che l’uomo corre per la propria vita, a causa della negligenza o la cattiva informazione degli organi preposti alla tutela della sicurezza. E’ necessario predisporre un Water Safety Plan, che faccia parte del DUVRI, tenersi continuamente aggiornati sulle tecnologie e le metodologie innovative adottabili, predisporre un capitolato speciale e un disciplinare tecnico per stabilire le responsabilità dell’ospedale e del gestore degli impianti.

Articolo tecnico a cura del Team Operations Firotek
Foto tratta da Google immagini